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  1. Introduzione: Le recessioni gengivali (GRs) sono frequentemente associate a lesioni cervicali di origine non cariosa (NCCLs). Da un punto di vista prettamente anatomico una NCCL può interessare la struttura del dente (smalto e/o dentina cervicale) la superficie radicolare (cemento radicolare e/o dentina) oppure entrambi. Quando una NCCL associata ad una recessione gengivale di tipo RT1 è confinata all'interno della porzione radicolare (Type 2 NCCL) è consigliabile seguire un approccio esclusivamente chirurgico: in questi casi, per evitare il rischio che il tessuto possa collassare all'interno del difetto radicolare (Zucchelli, J Periodontol, 2011) un innesto di tessuto connettivo prelevato dal palato duro (CTG) è posizionato all'interno della concavità radicolare. Lo spessore dell'innesto riempirà la concavità radicolare prevenendo il collasso del lembo peduncolato al suo interno; l'innesto contribuirà inoltre ad aumentare la stabilità del lembo. Lo stesso dovrà essere suturato circa 1,5 mm. coronalmente al cosiddetto "maximum root coverage level" o MRC (Pini-Prato, J Perodontol 1999). Conclusioni: L'approccio chirurgico proposto consente di ottenere risultati soddisfacenti sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda la stabilità nel medio e lungo termine dei risultati ottenuti nella terapia delle recessioni gengivali (GRs) associate a lesioni cervicali non cariose di tipo 2 (Type 2 NCCLs). Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE
  2. Nel caso clinico che segue, l’elemento 3.1 è interessato da una recessione gengivale di classe RT2 che sarà trattata mediante un lembo a scorrimento latero- coronale (LMCAF) associato a innesto di una matrice collagenica tridimensionale; come già detto precedentemente, la terapia delle recessioni appartenenti a questa classe è considerata poco predicibile. Sebbene il protocollo chirurgico non preveda l’impiego di innesti in associazione con un lembo a scorrimento latero-coronale, è comunque possibile utilizzare con successo una matrice collagenica tridimensionale anche in questi casi, allo scopo di ottenere un maggior spessore di tessuto cheratinizzato. L’interposizione di una matrice tridimensionale collagenica contribuisce all’aumento di spessore e ampiezza del tessuto cheratinizzato agendo da scaffold nei confronti dei vasi neoformati e dei fibroblasti provenienti dal tessuto connettivo gengivale. Va osservato che, essendo un materiale totalmente privo di componente cellulare, rispetto a un innesto di tessuto connettivo mancherà del tutto l’effetto di induzione alla cheratinizzazione nei confronti della mucosa orale; questo aspetto deve essere attentamente valutato dal clinico durante la selezione della terapia chirurgica. Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE un saluto Giacomo Tarquini
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