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  3. J Periodontol . 2023 Oct;94(10):1200-1209. doi: 10.1002/JPER.22-0632. Epub 2023 Apr 29. Multiple coronally advanced flap with a selective use of connective tissue graft: A 3-year prospective clinical and histological study Giovanna Laura Di Domenico 1, Maria Di Martino 1, Gianluigi Arrigoni 2, Sofia Aroca 3 4, Massimo de Sanctis 1 Affiliations expand PMID: 37036093 DOI: 10.1002/JPER.22-0632 Abstract Background: The purpose of the present study was to prospectively evaluate the 3-year changes in the gingival dimensions following multiple coronally advanced flap (MCAF) with selective use of connective tissue graft (CTG). In addition, the secondary aim was to histologically identify the factors related to phenotype changes. Methods: Twenty patients treated with MCAF and site-specific application of a CTG were available for the 3-year follow-up. Outcome measures included complete root coverage (CRC), recession reduction, keratinized tissue width (KTW), marginal tissue thickness changes, and primary flap position. Biopsies were harvested at one of the sites treated with the adjunct of CTG. All sections were stained with hematoxylin and eosin, Masson trichrome, Verhoeff-van Gieson, tenascin, and alcian blue stain for semiquantitative evaluation. Results: At 3 years, CRC was detected in 86% of sites treated with MCAF alone and 81% of sites treated with MCAF + CTG. The 47% of sites treated with MCAF + CTG presented an apical shift of primary flap from its original position. Linear regression showed a significant association between KTW change and the initial KTW in MCAF-treated sites, while both initial KTW and position of primary flap were statistically significantly associated factors with KTW changes in the MCAF + CTG group. In all the biopsies examined, there is always a marked and clear separation between the connective tissue of the gingival flap and the palatal connective tissue of the graft. Conclusions: The selective use of CTG is an effective treatment for multiple gingival recessions. Only a limited increase in KTW can be expected in a bilaminar technique if, during the healing phases, the connective tissue is maintained completely covered.
  4. Introduzione: La terapia delle recessioni gengivali multiple (MGRs) rappresenta una sfida costante per il professionista, sia dal punto di vista chirurgico che per quanto riguarda l'aspetto clinico.. L'associazione di un innesto di tessuto connettivo con un lembo posizionato coronalmente (CAF + CTG) ha dimostrato di poter essere considerato il "gold standard" in termini di percentuali di copertura radicolare completa (CRC) nel trattamento delle recessioni di tipo RT1 MGRs (Zucchelli, J Clin Periodontol 2014). Tuttavia, la questione su quale tipo di recessione applicare un CTG in caso di MGRs rimane tuttora aperta. Un recente studio ha dimostrato l'efficacia clinica dell'impiego sito-specifico del CTG in associazione con un CAF nella terapia delle MGRs. Lo scopo è quello di migliorare la percentuale di copertura radicolare completa (CRC) e al contempo ridurre la morbilità dell'intervento grazie alla possibilità di prelevare un CTG di dimensioni ridotte (Stefanini, IJPRD 2018). Di seguito, un caso clinico eseguito secondo il protocollo sopra citato. Conclusioni: La decisione di impiegare un CTG deve essere ponderata in base alle caratteristiche del tessuto molle apicale alle recessioni gengivali (GRs). L'impiego sito-specifico di un CTG risponde all'esigenza di migliorare il biotipo locale laddove i tessuti molli, a causa della carenza in spessore e/o ampiezza del tessuto cheratinizzato (KT), possano far supporre dei limiti nel raggiungimento e nel mantenimento di una copertura radicolare completa (CRC). Inoltre, riducendo le dimensioni del prelievo, l'applicazione sito-specifica del CTG rappresenta un'opzione preferibile dal punto di vista del contenimento della morbilità. Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE
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  6. Introduzione: La terapia delle recessioni gengivali multiple (MGRs) rappresenta una sfida costante per il professionista, sia dal punto di vista chirurgico che per quanto riguarda l'aspetto clinico.. L'associazione di un innesto di tessuto connettivo con un lembo posizionato coronalmente (CAF + CTG) ha dimostrato di poter essere considerato il "gold standard" in termini di percentuali di copertura radicolare completa (CRC) nel trattamento delle recessioni di tipo RT1 MGRs (Zucchelli, J Clin Periodontol 2014). Tuttavia, la questione su quale tipo di recessione applicare un CTG in caso di MGRs rimane tuttora aperta. Un recente studio ha dimostrato l'efficacia clinica dell'impiego sito-specifico del CTG in associazione con un CAF nella terapia delle MGRs. Lo scopo è quello di migliorare la percentuale di copertura radicolare completa (CRC) e al contempo ridurre la morbilità dell'intervento grazie alla possibilità di prelevare un CTG di dimensioni ridotte (Stefanini, IJPRD 2018). Di seguito, un caso clinico eseguito secondo il protocollo sopra citato. Conclusioni: La decisione di impiegare un CTG deve essere ponderata in base alle caratteristiche del tessuto molle apicale alle recessioni gengivali (GRs). L'impiego sito-specifico di un CTG risponde all'esigenza di migliorare il biotipo locale laddove i tessuti molli, a causa della carenza in spessore e/o ampiezza del tessuto cheratinizzato (KT), possano far supporre dei limiti nel raggiungimento e nel mantenimento di una copertura radicolare completa (CRC). Inoltre, riducendo le dimensioni del prelievo, l'applicazione sito-specifica del CTG rappresenta un'opzione preferibile dal punto di vista del contenimento della morbilità. Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE
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  8. L'impiego di innesti sub-epiteliali sembra essere efficace per la ricostruzione della papilla interdentale. Tuttavia, a causa dell'elevato livello di eterogeneità tra i vari studi presenti in letteratura, non è possibile effettuare un paragone fra le varie tecniche proposte né fornire raccomandazioni cliniche.
  9. Approccio diagnostico-terapeutico proposto da Zucchelli et al. nel 2011 per l'inquadramento delle recessioni gengivali (GRs) associate a lesioni cervicali non cariose (NCCLs): Riferimento bibliografico: CLICK HERE
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  11. Introduzione: Le recessioni gengivali (GRs) sono frequentemente associate a lesioni cervicali di origine non cariosa (NCCLs). Da un punto di vista prettamente anatomico una NCCL può interessare la struttura del dente (smalto e/o dentina cervicale) la superficie radicolare (cemento radicolare e/o dentina) oppure entrambi. Quando una NCCL associata ad una recessione gengivale di tipo RT1 è confinata all'interno della porzione radicolare (Type 2 NCCL) è consigliabile seguire un approccio esclusivamente chirurgico: in questi casi, per evitare il rischio che il tessuto possa collassare all'interno del difetto radicolare (Zucchelli, J Periodontol, 2011) un innesto di tessuto connettivo prelevato dal palato duro (CTG) è posizionato all'interno della concavità radicolare. Lo spessore dell'innesto riempirà la concavità radicolare prevenendo il collasso del lembo peduncolato al suo interno; l'innesto contribuirà inoltre ad aumentare la stabilità del lembo. Lo stesso dovrà essere suturato circa 1,5 mm. coronalmente al cosiddetto "maximum root coverage level" o MRC (Pini-Prato, J Perodontol 1999). Conclusioni: L'approccio chirurgico proposto consente di ottenere risultati soddisfacenti sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda la stabilità nel medio e lungo termine dei risultati ottenuti nella terapia delle recessioni gengivali (GRs) associate a lesioni cervicali non cariose di tipo 2 (Type 2 NCCLs). Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE
  12. Introduzione: Le recessioni gengivali (GRs) sono frequentemente associate a lesioni cervicali di origine non cariosa (NCCLs). Da un punto di vista prettamente anatomico una NCCL può interessare la struttura del dente (smalto e/o dentina cervicale) la superficie radicolare (cemento radicolare e/o dentina) oppure entrambi. Quando una NCCL associata ad una recessione gengivale di tipo RT1 è confinata all'interno della porzione radicolare (Type 2 NCCL) è consigliabile seguire un approccio esclusivamente chirurgico: in questi casi, per evitare il rischio che il tessuto possa collassare all'interno del difetto radicolare (Zucchelli, J Periodontol, 2011) un innesto di tessuto connettivo prelevato dal palato duro (CTG) è posizionato all'interno della concavità radicolare. Lo spessore dell'innesto riempirà la concavità radicolare prevenendo il collasso del lembo peduncolato al suo interno; l'innesto contribuirà inoltre ad aumentare la stabilità del lembo. Lo stesso dovrà essere suturato circa 1,5 mm. coronalmente al cosiddetto "maximum root coverage level" o MRC (Pini-Prato, J Perodontol 1999). Conclusioni: L'approccio chirurgico proposto consente di ottenere risultati soddisfacenti sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda la stabilità nel medio e lungo termine dei risultati ottenuti nella terapia delle recessioni gengivali (GRs) associate a lesioni cervicali non cariose di tipo 2 (Type 2 NCCLs). Per ulteriori approfondimenti: CLICK HERE
  13. Francesco Simoni

    Corso Teorico Pratico di Gnatologia 2025

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  14. Francesco Simoni

    Corso Teorico Pratico Di Gnatologia 2024

    Foto dal corso
  15. INTRODUZIONE La peri-implantite è attualmente definita come l’infezione dei tessuti molli che circondano un impianto osteointegrato associata a una significativa perdita ossea crestale con andamento progressivo. Relativamente alla strategia terapeutico di scelta, le evidenze scientifiche più recenti indicano che l’approccio chirurgico sia attualmente considerato come il trattamento di elezione per la peri-implantite. L’aspetto piu’ dibattuto e controverso, che riveste un’importanza cruciale nella predicibilità della terapia, è quello relativo alla decontaminazione della superficie implantare: nonostante diversi metodi (chimici, meccanici o manuali) siano stati descritti negli anni, non si è ancora giunti ad un consenso su quale sia il protocollo di decontaminazione più efficace tra tutti quelli fino ad ora proposti. Sfruttando le ben note proprietà battericide e batteriostatiche degli ultrasuoni, l’impiego del nuovo dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” si rivela particolarmente vantaggioso poiché consente l’accesso alle zone più difficili da raggiungere, come ad esempio le spire implantari, le micro e nano rugosità della superficie e l’alloggiamento interno della vite di connessione; accesso che altrimenti si rivelerebbe pressoché impossibile con una strumentazione di tipo tradizionale, quali curettes o strumenti rotanti. RAZIONALE BIOLOGICO Il razionale biologico alla base del dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini» si fonda sugli effetti biologici - documentati da una imponente numero di pubblicazioni scientifiche negli ultimi decenni - della cavitazione ultrasonica sul biofilm batterico. A differenza di quanto accade con altri mezzi (chimici, meccanici o manuali) che hanno evidenziato negli anni un’efficacia relativamente modesta, le onde meccaniche causate dalla cavitazione del liquido irrigante sono in grado di raggiungere qualsiasi zona della superficie implantare (anche le nano e microporosità delle attuali superfici in titanio) nonché l’alloggiamento interno della vite di connessione: in questo modo la decontaminazione dell’impianto avviene in maniera completa (sia sulla superficie esterna che al suo interno) senza alterarne la composizione chimico-fisica originaria. La possibilità di ottenere una decontaminazione completa e predicibile è di estrema importanza nella terapia delle periimplantiti, poiché il fine ultimo della procedura rigenerativa peri-implantare è proprio quello di ottenere un nuovo processo di osseointegrazione («re-osseointegration») in tutto e per tutto identico a quello avvenuto al momento dell’inserimento implantare. È stato infatti dimostrato come la possibilità di ottenere una nuova osseointegrazione sia estemamente limitata su superfici tornite e/o che siano state alterate fisicamente o chimicamente mentre avviene in maniera molto piu’ consistente intorno a superfici in titanio microruvide purchè opportunamente decontaminate. Per massimizzare gli effetti della terapia rigenerativa sarà quindi essenziale riuscire ad ottenere una decontaminazione implantare completa e predicibile mantenendo al contempo inalterate tutte le proprietà di superficie. PROTOCOLLO CHIRURGICO Il protocollo chirurgico di decontaminazione implantare mediante dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è indicato essenzialmente per il trattamento di difetti intraossei che necessitano una terapia di tipo rigenerativo in accordo con i principi della G.B.R. (“Guided Bone Regeneration”). Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” consente di eseguire una completa decontaminazione dell’impianto senza alterarne la macro e microgeometria di superficie. - Sondaggio e valutazione radiografica peri-implantare - Sollevamento un lembo a spessore totale adeguato per forma e dimensioni - Rimozione del tessuto di granulazione (ove presente) intorno all’impianto e all’interno del difetto intraosseo mediante inserti ES012CT e ES030ACT - Rimuovere la vite di copertura (ove presente) allo scopo di decontaminare anche la superficie interna dell’impianto e sostituirla con una sterile al termine di questa fase operatoria - Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è composto da una parte metallica (inserto) e da una parte in silicone medicale (camera di cavitazione) - L’inserto metallico è dotato di appositi micro-fori (un assiale e due laterali) per un’omogenea diffusione del liquido irrigante all’interno della camera di cavitazione - Assemblare il dispositivo inserendo la parte in silicone (camera di cavitazione) sull’inserto metallico - Adattare la camera di cavitazione intorno alla porzione esposta dell’impianto da trattare in modo da creare uno spazio chiuso all’interno del quale il liquido irrigante possa andare in cavitazione; è raccomandabile evitare il contatto tra l’inserto metallico e la testa dell’impianto - Azionare il dispositivo a ultrasuoni per un tempo di 3’ impostando i seguenti parametri: U 40 - V 80 - P 50. Non è necessario che la camera di cavitazione abbia un sigillo completo sulla cresta ossea - Eseguire il protocollo rigenerativo di scelta (ad es. mediante membrane di tipo riassorbibile o non riassorbibile) - Sutura dei lembi in accordo con la tecnica selezionata - Rientro chirurgico e follow-up radiografico per valutare il grado di rigenerazione ossea ottenuta CASO CLINICO Il caso clinico illustra una procedura di trattamento rigenerativo di una peri-implantite mediante rigenerazione ossea guidata (GBR) con un innesto di tipo eterologo e una membrana a lento riassorbimento in pericardio. La decontaminazione implantare è stata effettuata con dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini». CONCLUSIONI: Il protocollo chirurgico presentato consente di decontaminare sia la superficie esterna che la superficie interna dell'impianto con soddisfacente predicibilità senza alterarne la macro e microgeometria, rendendo cosi' possibile un nuovo processo di "re-osseointegration". Per ulteriori informazioni: CLICK HERE
  16. INTRODUZIONE La peri-implantite è attualmente definita come l’infezione dei tessuti molli che circondano un impianto osteointegrato associata a una significativa perdita ossea crestale con andamento progressivo. Relativamente alla strategia terapeutico di scelta, le evidenze scientifiche più recenti indicano che l’approccio chirurgico sia attualmente considerato come il trattamento di elezione per la peri-implantite. L’aspetto piu’ dibattuto e controverso, che riveste un’importanza cruciale nella predicibilità della terapia, è quello relativo alla decontaminazione della superficie implantare: nonostante diversi metodi (chimici, meccanici o manuali) siano stati descritti negli anni, non si è ancora giunti ad un consenso su quale sia il protocollo di decontaminazione più efficace tra tutti quelli fino ad ora proposti. Sfruttando le ben note proprietà battericide e batteriostatiche degli ultrasuoni, l’impiego del nuovo dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” si rivela particolarmente vantaggioso poiché consente l’accesso alle zone più difficili da raggiungere, come ad esempio le spire implantari, le micro e nano rugosità della superficie e l’alloggiamento interno della vite di connessione; accesso che altrimenti si rivelerebbe pressoché impossibile con una strumentazione di tipo tradizionale, quali curettes o strumenti rotanti. RAZIONALE BIOLOGICO Il razionale biologico alla base del dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini» si fonda sugli effetti biologici - documentati da una imponente numero di pubblicazioni scientifiche negli ultimi decenni - della cavitazione ultrasonica sul biofilm batterico. A differenza di quanto accade con altri mezzi (chimici, meccanici o manuali) che hanno evidenziato negli anni un’efficacia relativamente modesta, le onde meccaniche causate dalla cavitazione del liquido irrigante sono in grado di raggiungere qualsiasi zona della superficie implantare (anche le nano e microporosità delle attuali superfici in titanio) nonché l’alloggiamento interno della vite di connessione: in questo modo la decontaminazione dell’impianto avviene in maniera completa (sia sulla superficie esterna che al suo interno) senza alterarne la composizione chimico-fisica originaria. La possibilità di ottenere una decontaminazione completa e predicibile è di estrema importanza nella terapia delle periimplantiti, poiché il fine ultimo della procedura rigenerativa peri-implantare è proprio quello di ottenere un nuovo processo di osseointegrazione («re-osseointegration») in tutto e per tutto identico a quello avvenuto al momento dell’inserimento implantare. È stato infatti dimostrato come la possibilità di ottenere una nuova osseointegrazione sia estemamente limitata su superfici tornite e/o che siano state alterate fisicamente o chimicamente mentre avviene in maniera molto piu’ consistente intorno a superfici in titanio microruvide purchè opportunamente decontaminate. Per massimizzare gli effetti della terapia rigenerativa sarà quindi essenziale riuscire ad ottenere una decontaminazione implantare completa e predicibile mantenendo al contempo inalterate tutte le proprietà di superficie. PROTOCOLLO CHIRURGICO Il protocollo chirurgico di decontaminazione implantare mediante dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è indicato essenzialmente per il trattamento di difetti intraossei che necessitano una terapia di tipo rigenerativo in accordo con i principi della G.B.R. (“Guided Bone Regeneration”). Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” consente di eseguire una completa decontaminazione dell’impianto senza alterarne la macro e microgeometria di superficie. - Sondaggio e valutazione radiografica peri-implantare - Sollevamento un lembo a spessore totale adeguato per forma e dimensioni - Rimozione del tessuto di granulazione (ove presente) intorno all’impianto e all’interno del difetto intraosseo mediante inserti ES012CT e ES030ACT - Rimuovere la vite di copertura (ove presente) allo scopo di decontaminare anche la superficie interna dell’impianto e sostituirla con una sterile al termine di questa fase operatoria - Il dispositivo “PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini” è composto da una parte metallica (inserto) e da una parte in silicone medicale (camera di cavitazione) - L’inserto metallico è dotato di appositi micro-fori (un assiale e due laterali) per un’omogenea diffusione del liquido irrigante all’interno della camera di cavitazione - Assemblare il dispositivo inserendo la parte in silicone (camera di cavitazione) sull’inserto metallico - Adattare la camera di cavitazione intorno alla porzione esposta dell’impianto da trattare in modo da creare uno spazio chiuso all’interno del quale il liquido irrigante possa andare in cavitazione; è raccomandabile evitare il contatto tra l’inserto metallico e la testa dell’impianto - Azionare il dispositivo a ultrasuoni per un tempo di 3’ impostando i seguenti parametri: U 40 - V 80 - P 50. Non è necessario che la camera di cavitazione abbia un sigillo completo sulla cresta ossea - Eseguire il protocollo rigenerativo di scelta (ad es. mediante membrane di tipo riassorbibile o non riassorbibile) - Sutura dei lembi in accordo con la tecnica selezionata - Rientro chirurgico e follow-up radiografico per valutare il grado di rigenerazione ossea ottenuta CASO CLINICO Il caso clinico illustra una procedura di trattamento rigenerativo di una peri-implantite mediante rigenerazione ossea guidata (GBR) con un innesto di tipo eterologo e una membrana a lento riassorbimento in pericardio. La decontaminazione implantare è stata effettuata con dispositivo «PIEZOCLEAN by Dr. Giacomo Tarquini». CONCLUSIONI: Il protocollo chirurgico presentato consente di decontaminare sia la superficie esterna che la superficie interna dell'impianto con soddisfacente predicibilità senza alterarne la macro e microgeometria, rendendo cosi' possibile un nuovo processo di "re-osseointegration". 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  17. Effects of Osseodensification on Immediate Implant Placement: Retrospective Analysis of 211 Implants Márcio de Carvalho Formiga et al. Materials (Basel). 2022. Show details Abstract PubMed PMID Full text linksCite Abstract Osseodensification is a new method of bone instrumentation for dental implant placement that preserves bulk bone and increases primary implant stability, and may accelerate the implant rehabilitation treatment period and provide higher success and survival rates than conventional methods. The aim of this retrospective study was to evaluate and discuss results obtained on immediate implant placement with immediate and delayed loading protocols under Osseodensification bone instrumentation. This study included private practice patients that required dental implant rehabilitation, between February 2017 and October 2019. All implants were placed under Osseodensification and had to be in function for at least 12 months to be included on the study. A total of 211 implants were included in the study, with a 98.1% total survival rate (97.9% in the maxilla and 98.5% in the mandible). For immediate implants with immediate load, 99.2% survival rate was achieved, and 100% survival rate for immediate implant placement without immediate load cases. A total of four implants were lost during this period, and all of them were lost within two months after placement. Within the limitations of this study, it can be concluded that Osseodensification bone instrumentation provided similar or better results on survival rates than conventional bone instrumentation.
  18. INTRODUZIONE: Il posizionamento di impianti osteointegrati in settori caratterizzati da una modesta densità ossea (D3-D4 sec. la classificazione di Misch) pone frequentemente il problema di ottenere una soddisfacente stabilità primaria; oltre a questo aspetto, nel mascellare posteriore l'altezza della cresta alveolare residua è spesso tale da impedire o controindicare l'inserimento implantare. La tecnica combinata consiste nell'impiego di inserti piezoelettrici dedicati allo scopo di sfruttare per intero l'altezza ossea verticale residua, consentendo in tal modo di evitare il ricorso a rialzi parcellari del seno mascellare; allo stesso tempo, le frese da osseodensificazione permettono di incrementare localmente il valore della densità ossea nonchè espandere l'osteotomia eseguita all'interno del setto inter-radicolare Nel caso clinico presentato viene descritto l'inserimento di un impianto post-estrattivo nella regione del mascellare posteriore eseguito con inserti piezoelettrici dedicati e frese da osseodensificazione. CONCLUSIONI: Il ricorso alla tecnica combinata di inserimento implantare mediante inserti piezoelettrici dedicati e frese da osseodensificazione consente di sfruttare in maniera facile, sicura e predicibile i volumi ossei residui sia in senso verticale che in senso orizzontale ecitando il ricorso a tecniche chirurgiche piu' invasive. Per maggiori informazioni: clicca qui
  19. INTRODUZIONE: Il posizionamento di impianti osteointegrati in settori caratterizzati da una modesta densità ossea (D3-D4 sec. la classificazione di Misch) pone frequentemente il problema di ottenere una soddisfacente stabilità primaria; oltre a questo aspetto, nel mascellare posteriore l'altezza della cresta alveolare residua è spesso tale da impedire o controindicare l'inserimento implantare. La tecnica combinata consiste nell'impiego di inserti piezoelettrici dedicati allo scopo di sfruttare per intero l'altezza ossea verticale residua, consentendo in tal modo di evitare il ricorso a rialzi parcellari del seno mascellare; allo stesso tempo, le frese da osseodensificazione permettono di incrementare localmente il valore della densità ossea nonchè espandere l'osteotomia eseguita all'interno del setto inter-radicolare Nel caso clinico presentato viene descritto l'inserimento di un impianto post-estrattivo nella regione del mascellare posteriore eseguito con inserti piezoelettrici dedicati e frese da osseodensificazione. CONCLUSIONI: Il ricorso alla tecnica combinata di inserimento implantare mediante inserti piezoelettrici dedicati e frese da osseodensificazione consente di sfruttare in maniera facile, sicura e predicibile i volumi ossei residui sia in senso verticale che in senso orizzontale ecitando il ricorso a tecniche chirurgiche piu' invasive. Per maggiori informazioni: clicca qui
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