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  1. Viene presentato un caso clinico di rimozione di un impianto endosseo fratturato associato a simultaneo inserimento di due impianti ultra-short (5x5 mm. e 5x6 mm.) allo scopo di offrire al paziente una riabilitazione protesica in tempi brevi e con una morbilità estremamente contenuta, evitando interventi chirurgici piu' invasivi. Immagine clinica preoperatoria Esame RX endorale preoperatoria Esami radiografici di 2° livello per la valutazione dei volumi ossei residui La pianificazione prechirurgica evidenzia una disponibilità ossea in senso verticale pari a 6,18 mm. e 4,97 mm. in corrispondenza dei futuri siti implantari Per mezzo di un' incisione crestale viene sollevato un lembo a spessore totale che espone il sito chirurgico Riferimenti bibliografici Immagine intraoperatoria che mostra l' impianto fratturato Rimozione dell' impianto fratturato per mezzo di inserti ad ultrasuoni montati su manipolo piezoelettrico Fasi della rimozione implantare Impianto fratturato Viene programmato il contestuale inserimento di due impianti ultra-short a esagono esterno allo scopo di offrire al paziente una riabilitazione protesica in tempi brevi e con una morbilità estremamente contenuta, evitando interventi chirurgici piu' invasivi (ad es. sinus lifting) Inserimento di un impianto 5x6 mm. nel sito distale mediante inserti ad ultrasuoni montati su manipolo piezoelettrico e frese da osseodensificazione allo scopo di incrementare localmente la qualità ossea Inserimento di un impianto 5x5 mm. nel sito mesiale mediante inserti ad ultrasuoni montati su manipolo piezoelettrico e frese da osseodensificazione allo scopo di incrementare localmente la qualità ossea Impianti inseriti Sutura a punti staccati in monofilamento 5/0 Riferimenti bibliografici Esame RX endorale postperatoria L' aspetto dei tessuti molli in 7a giornata postoperatoria evidenzia una corretta guarigione un saluto Giacomo Tarquini
  2. Viene presentato un caso di riabilitazione implantoprotesica in zona 1.4 - 1.5 per soddisfare la richiesta del paziente di eliminare il vecchio ponte in metallo-ceramica tuttora presente. L' area edentula è caratterizzata da un' atrofia mascellare di Classe 1 sec. Seibert associata a una marcata concavità buccale: in queste condizioni, l' inserimento di impianti senza ricorrere a procedure di bone augmentation porterebbe a un' estesa deiscenza dei corpi implantari. CASO CLINICO Immagini preoperatorie e pianificazione radiologica del caso clinico Si eleva un lembo trapezoidale a tutto spessore Scheletrizzazione dell' area atrofica Riferimenti bibliografici che supportano il razionale biologico della procedura chirurgica Creazione di fori di accesso alla midollare mediante inserto piezoelettrico Ottimizzazione dell' asse di inserimento implantare mediante inserto piezoelettrico Riferimenti bibliografici che supportano l' impiego di inserti piezoelettrici in Chirurgia implantare Viene selezionata una membrana in lamina corticale eterologa in ragione del maggior tempo di protezione offerto rispetto a una membrana in collagene Allocazione della lamina in corticale e innesto di biomateriale eterologo a colmare l' ampia concavità buccale Stabilizzazione della lamina in corticale mediante pins in titanio Accurata detensione del lembo allo scopo di evitare deiscenze della ferita chirurgica Sutura con punti a materassaio orizzontale interno e punti staccati in PTFE 4/0 Rimozione suture in 14ma giornata Aspetto dei tessuti molli al termine del periodo di guarigione Esposizione degli impianti e management dei tessuti molli Controllo radiografico e guarigione dei tessuti molli (follow - up a 30 gg.) Fasi di laboratorio ù Protesi definitiva di tipo avvitato Follow - up a 2 anni un saluto Giacomo Tarquini
  3. Viene presentato un caso clinico di Rigenerazione Tissutale Guidata (GTR) per il trattamento di un profondo difetto intraosseo che coinvolge l'aspetto disto-buccale del secondo molare inferiore di sx (3.7) per mezzo di una membrana barriera di tipo riassorbibile Immagine preoperatoria Sondaggio parodontale e radiografia intraorale periapicale (T0) Per consentire una corretta diagnosi morfologica del difetto intraosseo viene prescritto un esame radiografico di 2° livello L'esame CBCT rivela l'esistenza di un profondo difetto intraosseo che coinvolge la radice distale dell'elemento 3.7 La terapia rigenerativa tissutale (GTR) ha dimostrato la sua efficacia nei difetti che interessano la radice del 2° molare mandibolare Il protocollo chirurgico di elezione prevede un accesso secondo la tecnica denominata "Crestal Incision" Il sollevamento di un lembo a spessore totale permette di evidenziare il profondo difetto circumferenziale che interessa la radice distale dell'elemento 3.7 Riferimento bibliografico Sondaggio della componente intraossea del difetto (aspetto distale) Sondaggio della componente intraossea del difetto (aspetto buccale) Il difetto non coinvolge l' area della forcazione interradicolare Riferimento bibliografico Riferimento bibliografico Debridement del tessuto reattivo e decontaminazione della superficie radicolare mediante inserti piezoelettrici dedicati Riferimento bibliografico Grazie all’azione degli ultrasuoni è possibile effettuare in maniera semplice e rapida il clivaggio e la rimozione del tessuto reattivo Sfruttando le proprietà battericide e batteriostatiche degli ultrasuoni, questo tipo di approccio consente il raggiungimento di risultati clinici decisamente incoraggianti Riferimento bibliografico Una membrana barriera di tipo riassorbibile viene adeguatamente sagomata Membrana barriera correttamente allocata Innesto di biomateriale eterologo Riferimento bibliografico Innesto di origine eterologa posizionato all'interno del difetto intraosseo La membrana barriera viene fissata per mezzo di pins in titanio Riferimento bibliografico Sutura in polyamide 5/0 Immagine clinica postoperatoria (FU a 24 mesi) Sondaggio parodontale e radiografia intraorale periapicale (FU a 24 mesi) Riferimento bibliografico un saluto Giacomo Tarquini
  4. Viene presentato un caso clinico di difetto intraosseo risolto mediante tecnica di "Bone Swaging" associato a inserimento implantare Viene programmato l' inserimento implantare nello spazio edentulo in sede 1.7; il sondaggio parodontale e le indagini radiografiche endorali rivelano la presenza di un profondo difetto verticale a carico dell' elemento 1.8 Il sollevamento di un lembo mucoperiosteo rivela chiaramente la morfologia e l' estensione del difetto Viene programmato il posizionamento di un impianto in sede 1.7 contestualmente a una tecnica di "Bone Swaging" (Ewen, J Periodontol 1965) associata a GTR per risolvere in un unico tempo operatorio anche il difetto intraosseo a carico dell' elemento 1.8 Riferimenti bibliografici: Si esegue il debridement del difetto intraosseo e la decontaminazione della superficie radicolare mediante inserti ad ultrasuoni dedicati Riferimenti bibliografici: Allo scopo di sfruttare al meglio l' esigua disponibilità ossea, l' inserimento implantare in sede 1.7 viene inserito mediante dispositivo piezoelettrico Sfruttando le capacità di espansione dell' impianto, viene effettuata la frattura a legno verde e la contemporanea dislocazione del segmento osseo in senso mesio-distale ("Implant - Mediated Bone Swaging") Una membrana di tipo riassorbibile è allocata sul versante palatale Riferimenti bibliografici: Un biomateriale di scelta viene innestato all' interno del difetto intraosseo residuo La membrana di tipo riassorbibile è riflessa buccalmente a copertura dell' innesto e accuratamente fissata mediante pins in titanio Riferimenti bibliografici: L' ultimo tempo operatorio contempla la sutura del lembo mucoperiosteo Riferimenti bibliografici: Follow-up a 6 mesi: il controllo radiografico postoperatorio evidenzia un completo riempimento del difetto intraosseo Follow-up a 6 mesi: rientro chirurgico e scopertura dell' impianto Al sollevamento del lembo è possibile constatare l' integrazione dell' impianto in sede 1.7 e la completa risoluzione del difetto intraosseo a carico dell' elemento 1.8 Confronto tra la situazione pre e postoperatoria Applicazione della vite di guarigione e gestione dei tessuti molli periimplantari Finalizzazione protesica mediante corona in metallo-ceramica Follow-up a 24 mesi: aspetto dei tessuti molli periimplantari Follow-up a 24 mesi: il sondaggio parodontale e le indagini radiografiche endorali rivelano la completa risoluzione del difetto verticale a carico dell' elemento 1.8 e una sostanziale stabilità dei tessuti duri e molli periimplantari Per ulteriori approfondimenti: CLICCA QUI un saluto Giacomo Tarquini
  5. Viene presentato un caso clinico di risoluzione mediante Rigenerazione Tissutale Guidata (GTR) di un esteso difetto circonferenziale a carico dell' elemento 4.5 Poichè l' elemento dentario interessato dal difetto è adiacente ad uno spazio edentulo, la tecnica chirurgica di scelta è la Crestal Incision (Tonetti MS, Pini Prato G, Stalpers G, Cortellini P. Guided tissue regeneration of deep intrabony defects in strategically important prosthetic abutments. Int J Periodontics Restorative Dent 1996;16:379-387.) Incisione secondo il protocollo chirurgico sopra citato Sondaggio della componente intraossea del difetto Debridement della lesione ossea mediante inserti dedicati montati su dispositivo ad ultrasuoni Aspetto intraoperatorio dell' area interessata dal difetto Viene selezionata una membrana in corticale di origine eterologa La membrana correttamente allocata Il difetto viene innestato con un particolato di origine eterologa La membrana viene riflessa sul versante buccale e fissata con pins in titanio Sutura in PTFE 4/0 Follow-up a 4 mesi: immagine clinica Follow-up a 8 mesi: condizioni dei tessuti parodontali Controllo RX e sondaggio parodontale Confronto tra la situazione pre e postoperatoria (contestualmente all' intervento di GTR è stato inserito un impianto in zona 4.6) Scopertura dell' impianto in posizione 4.6 In occasione della scopertura dell' impianto in posizione 4.6 è possibile verificare de visu la rigenerazione ottenuta intorno all' elemento 4.5: si apprezza un sostanziale riempimento del difetto intraosseo circonferenziale Il S. Tommaso di Caravaggio Il confronto tra la situazione pre e postoperatoria evidenzia la completa risoluzione del difetto intraosseo Esposizione dell' impianto in zona 4.6 e inserimento di un healing abutment Allo scopo di aumentare lo spessore dei tessuti periimplantari viene eseguito un innesto di matrice collagenica tridimensionale Stato dei tessuti al termine di un adeguato periodo di guarigione Protesi definitiva inserita su impianto in zona 4.6 Follow-up a 18 mesi: è possibile evidenziare una sostanziale stabilita' dei risultati ottenuti un saluto Giacomo Tarquini
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